giovedì 21 settembre 2017

Vulture Industries - Stranger Times: la genialità di giocare col mondo

(Recensione di Stranger Times dei Vulture Industries)


Dal mio punto di vista la fortuna di vivere in questi anni piuttosto di cinquant'anni fa, e la fortuna che alla loro volta avranno quegli che vivranno tra cinquant'anni, è che la quantità d'informazione e di proposte musicali è sempre maggiore. Anzi, la musica è così tanta che diventa assolutamente impossibile essere al passo di tutto quello che viene creato, di tutto quello che esiste. Ma nel limite delle capacità personali è un vero piacere poter avere accesso a decenni e decenni, per non dire secoli, di musica. Questo è bellissimo perché chi si addentra nella musica sa che la sua evoluzione non è lineare, che in realtà la musica è una specie di albero che cresce e cresce dando vita a svariate ramificazioni. Da queste ramificazioni a volte nascono altre ramificazioni, a volte questi rami crescono molto velocemente, invece in altri casi sembrano congelati. Riposare sotto quest'albero è la cosa più bella che ci sia, anzi, bisognerebbe cercare di vivere al massimo sotto a quest'albero.

Stranger Times

Immerso dentro a questo fogliame infinito troviamo uno dei progetti più interessanti dell'ultimo decennio e mezzo norvegese. Mi riferisco ai Vulture Industries, annoverati da più di qualcuno come uno dei principali esponenti dell'avantgarde metal. Classificazione molto fragile perché ingloba in essa una serie molto grande di proposte che sembrano non trovare spazio dentro ad altri mondi sonori. Il quarto disco di questa band, chiamato Stranger Times, dà nuove conferme su quello che si sapeva già di questo gruppo, cioè che la loro capacità di creare un loro linguaggio musicale unico ha delle caratteristiche molto più universali di quelle che possono essere riscontrate in altri gruppi avantgarde. Lo spiego in un altro modo, mentre molti gruppi che fanno parte di questo genere tendono ad essere molto ostici e puntano ad un pubblico di nicchia, abituato ad ascoltare delle proposte non "semplicii", nel caso dei Vulture Industries questo non accede. E non perché siano commerciali o "facili", elementi che non permetterebbero assolutamente di parlare di una proposta di avanguardia, ma perché il loro modo di essere originali e propositivi si basa in una strada diversa, strada che ha, per esempio, una grandissima considerazione delle sonorità rock, caratteristica che distanzia la band da tanti altri gruppi che invece approfondiscono il proprio linguaggio musicale dentro al mondo del metal e di un profilo esperimentale che può avere origine nella musica elettronica e nei suoi derivati, come la drone music

Stranger Times

La vera innovazione dei Vulture Industries, che ha permesso alla band di avere un luogo privilegiato dentro alla corrente più innovativa del metal, sta proprio nella loro capacità di applicare questa teoria "rivoluzionaria" ad un universo sonoro molto più ampio. In questo piano Stranger Times diventa forse il punto più alto che hanno mai raggiunto. Questo perché i brani presenti in questo lavoro sono tutti piacevoli, interessanti, curiosi e sorprendenti. Non ci sono mai eccessi o giri improvvisi che fanno andare l'ascoltatore fuori strada, anzi, quando arrivano dei cambiamenti inattesi questi sono epici e funzionano alla perfezione. C'è uno spirito molto teatrale dietro a questo disco, una voglia di dare un'immagine molto scenografica del nostro mondo oggi, di quello che la band definisce come "tempi strani" e come capita spesso lì dove tante riflessioni non arrivano è la musica quella che riesce a farci aprire gli occhi di fronte a quello che viviamo. Essendo così dentro non sempre riusciamo a capire l'assurdo, il fatto che la vita sia diventata così individuale da quasi sprezzare qualsiasi altro essere umano tranne noi stessi e quegli della nostra cerchia. Per quello questo disco è ricco di provocazioni, di giochi sottili che non scandalizzano ma che portano a riflettere.

Stranger Times

Stranger Times è un disco molto intelligente. E' un disco che sembra prendere in giro tutti e nessuno. E' il riflesso di come l'arte sa parlare regalando quello che solo l'arte sa regalare: la genialità. Genialità che sta nell'insieme di generi che confluiscono in questo disco, genialità che sta nel come i Vulture Industries si divertono a far scorrere i loro brani e a inviarci il loro messaggio. Sono sarcastici ma profondamente seri. Sembrano essere fuori dal mondo ma in realtà sono più dentro di tanti altri. Senza rendertene conto l'album scorre, quasi con leggerezza, ma nella tua testa s'insinuano tante immagini che fanno vedere che viviamo in un mondo assurdo, dove è più importante avere l'ultimo telefono tecnologico invece di arricchirsi l'anima viaggiando (e con quei soldi ci si può fare dei viaggi pazzeschi). Geni e basta.

Vulture Industries

Ci sono brani da ascoltare una e mille volte in questo disco. Per me i tre che hanno qualcosina in più sono questi:
Tales of woe. Quanto è importante l'ordine dei brani in un disco? Molto spesso è un dettaglio che si trascura ma che può fare la differenza. La lezione di questo disco è una delle più evidenti di come si deve scegliere lo svolgimento delle tracce di un album. Difficilmente si può trovare un disco che inizi meglio di questo qui, e tutto grazie a questo brano. Un brano che inizia con la stessa essenza già conosciuta dei Vulture Industries ma che a metà fa un cambio che fa accapponare la pelle. Bellissimo, intenso, un brano che cattura e che apre l'appetito, forse il migliore dell'intero lavoro.
As the world burns. Sensuale, oscuro, sarcastico al massimo. Il mondo brucia ma chi se ne frega! Quando ci s'infatua dall'essere più oscuro che ci sia tutto è superfluo, può succedere di tutto ma nulla avrà il peso di quella relazione. Una canzone di amore malato, perché forse tanti degli amori odierni sono malati.
Something vile. Forse uno dei brani più metal del disco. Qua non c'è tanto quel gioco di essere sarcastici, di pescare nell'immaginario per dare delle fotografie assurde. Questo sembra essere un brano che nasce più di getto e viene preso da chi ascolta senza barriere e senza tante riflessioni.


Stranger Times è la conferma di un gruppo che aveva dimostrato di essere proprietario di un modo unico di concepire la musica. Molto meno ricercato e perfezionista di tanti altri progetti ma intellettualmente profondo. I Vulture Industries non soltanto confermano quali sono i motivi che gli hanno portati a diventare una band unica e preziosa ma aggiungono personalità alla loro creatura sonora, essendo in grado di ricordarci che viviamo tempi assurdi, ma solo per colpa nostra.

Voto 8,5/10
Vulture Industries - Stranger Times
Season of Mist
Uscita 22.09.2017

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