lunedì 27 marzo 2017

Telepathy - Tempest: quando la tempesta è dentro di noi

(Recensione di Tempest dei Telepathy)


Qualche mese fa, intervistando il cantante di un gruppo, è venuto fuori che la loro fonte maggiore d'ispirazione provenisse dall'osservazione del paesaggio rurale. Riflettendoci sopra quello che molto spesso denoto nella musica è proprio la differenza tra l'ispirazione rurale, o naturalista e quella urbana. E' incredibile come entrambe le cose riescano a far nascere delle composizioni che denotano fedelmente la fonte d'ispirazione. 
La musica urbana è molto più "futurista", grigia, a tratti spensierata. Quella rurale, o naturalista, è più grandiloquente, colorata, epica. Io non scelgo ne l'una ne l'altra, perché in entrambi gli insieme ci sono cose che mi appassionano profondamente, ma m'interessava fare questa distinzione, che non è minore.

Tempest

Partendo già dal titolo del disco che vi racconto quest'oggi è facile accostare questo disco all'insieme di lavori ispirati nella natura. Il disco si chiama Tempest ed è il secondo lavoro degli inglesi Telepathy. Il trucco, però, che è al centro di questo lavoro e che regala tutta la grazia è che la "tempesta" raccontata non è quella meteorologica ma bensì quella interna di una persona. Verrebbe facile pensare allora che questo sia un disco urbano ma dal mio punto di vista non è. Perché? Perché noi siamo parte della natura, siamo il riflesso di quello che succede lì e continuiamo ad essere il nulla di fronte a lei. Per quello penso che la metafora sia servita, che le vicende in un giorno di vita di una persona possano essere paragonate ad un fenomeno così maestoso come una tempesta. 

Tempest

Tranne in un brano l'intero Tempest è completamente spoglio di parole e di voce. Per lo tanto il compito dei Telepathy è quello di raccontare tutto quanto con la musica. Il loro punto di partenza trova dei paragoni molto validi nella musica portata avanti da gruppi come God is an Astronaut o Russian Circles ma la cosa interessante, e bellissima, è che oltre a quell'impronta di post rock c'è una grande apertura che porta la band a suonare delle cose che invece potrebbero essere inglobate nel post metal o in un particolare progressive sludge, non disdegnando neanche delle strizzatine d'occhio verso il doom o l'utilizzo di ritmiche marcatamente black metal. E' per quello che il discorso musicale della band inglese è bellissimo, sorprendente e, ancora una volta, ci porta a capire che la musica è infinita, che ci sono tantissime vie da percorrere, e che una inedita è quella dei Telepathy.

Tempest

Una tempesta è un fenomeno impressionante, bellissimo, che sprigiona una quantità d'energia immensa. La musica dei Telepathy è la stessa cosa. Si preannuncia con piccoli segnali che crescono e crescono fino a diventare un'onda inarrestabile, violenta, dissacrante. Successivamente si aprono piccoli spiragli dai quali si filtra la luce facendo capire che è un nuovo inizio. Questa è Tempest, questa è la storia di una persona, che vede come la sua propria vita viene distrutta violentemente e senza via di scampo per poi intravedere una rinascita, una possibilità di affrontare ancora una volta la vita a testa alta, perché, anche se è una grandissima ovvietà, dopo la tempesta viene sempre il sereno. 

Telepathy

Due brani da segnalarvi.
Il primo è l'unico brano cantato. Si chiama Echo of Souls ed è la perfetta dimostrazione della versatilità della band che non ha problemi a lasciare la parte strumentale per buttarsi dentro ad un brano che ha tutte le sembianze sludge. Ma questo processo non è veloce, è studia/to, è originale, muta fino a sembrare una canzone black metal quando il punto iniziale 
era post rock. Cose che potrebbero non aver nulla in comune ma che, invece, si uniscono alla perfezione con una coerenza disarmante. Un trionfo.
Il secondo è Water Divides the Tides. Se il primo brano era forte, energico, oscuro questo qua è molto più luminoso, piacevole, incantevole. E' il brano che rappresenta la rinascita, è la reazione, è la consapevolezza di qualcosa di nuovo e della capacità di governare da soli le nostre vite. Per quello quando ci sono, ancora una volta, delle incursioni nella ritmica black metal invece di essere qualcosa di oscuro ed aggressivo c'è un'energia luminosa che si traduce in quel modo di suonare. Brano maestoso.



Ci sono due elementi importanti in questo disco: l'acqua e il cerchio. Il secondo si verifica nel modo che si sviluppa questo lavoro, che inizia e finisce con la bellezza, con la morbidezza, con elementi tanto belli quanto fragili. Il cerchio, il ciclo, perché le nostre vite ne sono piene, perché ogni giorno è qualcosa che si apre e si chiude. L'acqua è invece la metafora perfetta di quello che è il senso di devastazione e posteriore rinascita. L'acqua è vita, ma è anche distruzione, l'acqua è fondamentale ma diventa anche ingovernabile. Per quello questo disco è Tempest, per quello ascoltandolo ci si sente d'affogare per poi avere una sete implacabile. 
Questo lavoro ci regala una storia bellissima, raccontata magistralmente dai Telepathy, che non rinunciano ad alcun elemento per riuscir a raccontarla bene, a farcela entrare in mente e a voler risentirla. Benvenuta tempesta.

Voto 9/10
Telepathy - Tempest
Golden Antenna Records
Uscita 31.03.2017

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