mercoledì 22 giugno 2016

La musica non ha più niente da dire?

Spesso e volentieri si sente dire che non c'è più la musica di una volta, che ormai tutto è stato inventato e che è impossibile avere delle novità che siano all'altezza degli artisti del passato.

Penso che, come capita a quasi tutti i musicisti, i grandi classici siano veramente stati una fonte d'ispirazione grandissima, una scuola fondamentale. Personalmente la grande svolta della mia vita è stata ascoltare tre dischi: The Wall dei Pink Floyd, Led Zeppelin 4 dei Led Zeppelin e il Live at Wembley 86 dei Queen. Grazie a queste tre scoperte ho capito che non sarei mai riuscito a fare a meno del rock, e da allora tutti i soldi che riuscivo a mettere da parte volavano nell'acquisto di dischi.

Da ascoltatore sono passato ad essere uno studente di musica per poi, quasi per caso, invaghirmi della radio e della possibilità di raccontare via etere o streaming quello che la musica mi regala di volta in volta.

Quest'approccio mi ha permesso di scoprire, sempre, nuovi dischi e nuovi artisti. Ancora oggi, provo un'emozione unica quando, per la prima volta, ascolto un disco appena uscito. Forse questo è l'aspetto più difficile da spiegare e definire. Chissà che strano meccanismo s'innesca quando si ascolta qualcosa d'inedito, chissà che zona del nostro cervello reagisce agli impulsi sonori.

E' per quello che ogni volta che sento qualcuno sostenere che nella musica non c'è nulla di nuovo da dire automaticamente penso che chi lo dice in realtà si limita e si chiude alla possibilità di scoprire, di emozionarsi, di lasciarsi andare.

In questi giorni, uno dopo l'altro, una serie di dischi nuovi mi hanno rigenerato e mi hanno fatto capire, ancora una volta, che c'è tanta speranza nella musica, che nulla è andato perso.

Nei prossimi post, se siete curiosi, scopriremo insieme gli ultimi dischi dei Virus, dei Gojira, dei Dark Suns e di tanti altri gruppi ancora.
Ci sarete? 


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